A proposito di Ponte di Legno…

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A seguito delle diverse opinioni lette sui social, riguardo le Prove Speciali veloci come quella trovata a Ponte di Legno, esprimo le mie idee a riguardo. Posso capire che in alcune gare ci siano dettagli migliorabili, ma mi pare che a rotazione i “lamentografi” riescono sempre a trovare qualcosa che non va muovendo critiche che rischiano di mortificare i club organizzatori. Spezzo una lancia a favore di chi si mette in gioco per far divertire i piloti e sostenere i vari campionati, iniziando da quello provinciale per finire al mondiale. Trovare persone mosse dalla pura passione (sottraendo tempo al lavoro, alla famiglia e al proprio tempo libero) non è così scontato. Ricordo che queste persone fanno tutt’altro nella vita perché di “organizzazione di eventi per l’Enduro” non si vive, anzi c’è una lista ben fornita di motoclub che hanno perso denaro dopo aver organizzato un evento.

 

La messa in opera di una gara, che non è un circuito permanente, richiede ogni volta una infinità di permessi. Dalle autorizzazioni a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale, al benestare dalle Forze dell’Ordine e del Corpo Forestale. Oltre a questo servono anche le autorizzazioni di transito per carraie, sentieri e terreni di proprietà privata e così via… Una volta poi ottenute le autorizzazioni, si parte con mazza e martello per creare il percorso piantando circa 500 paletti e tirando le fettucce. Poi il percorso va marcato con le frecce e va allestito il paddock dove serve energia elettrica, connessione web, bagni, docce, la sala dei cronometristi, lo staff medico e le ambulanze da posizionare lungo le varie Speciali. Ma non è finita qui, bisogna predisporre le sale per le operazioni preliminari e si deve organizzare il podio ed i premi per i vincitori. Poi dopo la gara, si devono “smontare” le Speciali, togliendo frecce e fettucce e rispristinando il percorso.

 

Ora prendiamo ad esempio la gara di Ponte di Legno, ultima tappa del Trofeo Enduro KTM 2023. La manifestazione è stata organizzata in un’area “incastrata” nel vasto parco dell’Adamello che copre 51.000 ettari di parco. Perlopiù quest’area essendo in zona Alpina, risulta di una certa sensibilità e quindi a tolleranza zero. Viene facile immaginare come sia complicato muoversi in quest’area, ma grazie al buon rapporto con le diverse amministrazioni, il moto club ha creato un percorso che attraversava meravigliosi sentieri di alta montagna, boschi e panorami oramai rari da vedere in sella ad una moto. Questa situazione mi ha riportato alla mia adolescenza, quando si poteva transitare tra gli alpeggi in quota. Per le molteplici restrizioni le tre Speciali sono state disegnate dove era permesso.La prima Speciale è stata preparata sul tracciato già esistente delle biciclette da DownHill. La seconda sull’erba di un vasto pascolo, mentre per l’Enduro test è stato consentito di sfruttare una carraia con tratti bitumati, in modo che i trattori dei boscaioli potessero comunque salire. Quest’ultima Speciale è stata fonte di dure critiche, per lo più da gente che non era nemmeno presente alla gara ma bensì visionando il consueto video del percorso che registro come Track Inspector ad ogni tappa del trofeo. Che bizzarro!

 

Curioso che le critiche si siano sprecate per la facilità del test e per i pochi contenuti tecnici. Qualche appunto anche per le punte della velocità, dove comunque la media imposta dal regolamento FMI è stata rispettata. Ora che una Prova Speciale piaccia o no è normalissimo, a me per esempio piacciono i test veloci e scorrevoli mentre ad alcuni piloti non piace la velocità e prediligono i tratti più lenti e sinuosi con curve e controcurve. Va bene così, ma oggi nell’Enduro le Speciali disegnate devono essere più lunghe. Questo per far fronte alle nuove generazioni di motociclette, con propulsori da 50 Cv e telai e sospensioni di primordine. Ha poco senso inoltre un test troppo lento, non è divertente per chi guida e tantomeno per chi guarda. Pensate di vedere Bagnaia a 40 Km/h tra delle “curvette”. Per esperienza posso tranquillamente affermare che la velocità con cui si affronta un percorso, anche se meno accidentato di una mulattiera di pietre e radici, risulta comunque impegnativo. Affrontare infatti una sterrata a 150 Km/h, anche se larga 4 metri o più, richiede molta capacità e tecnica. Direi quindi che le critiche ricevute lascino il tempo che trovano.

 

Riguardo le punte di velocità e quindi la presunta pericolosità, proprio perché quella incriminata era una carraia di oltre quattro metri di larghezza, permetteva un certo scarto in caso di errore. Infatti abbiamo avuto un solo infortunio che tra l’altro, per ironia della sorte, è avvenuto in una delle diverse zone di rallentamento. Fortunatamente niente di grave per il pilota, ma con tempi d’intervento discutibili. Purtroppo come sappiamo, il nostro è uno sport rischioso e non sempre si presta a veloci interventi di soccorso, fattore comunque da tenere in conto per cercare di migliorare. Detto ciò, visto che il Trofeo Enduro è un campionato amatoriale, dove i partecipanti il giorno dopo la fine della manifestazione vanno a scuola o al lavoro, ritengo debba essere affrontato con armonia e divertimento. Capisco che fare un buon risultato in gara faccia sempre piacere e che c’è in palio anche un prezioso premio, ma osare oltre le proprie capacità mi pare un grande errore. Ad esempio alla Dakar, dove la stragrande maggioranza dei partecipanti alla gara sono piloti amatori, non mi pare che tutti sfreccino a più non posso, nonostante la piste molto veloci e con moto che consentono di viaggiare oltre i 150 Km/h.

 

Ragionevolmente, guidano alla velocità delle proprie capacità. Chiudo il pezzo cambiando argomento e ringraziando Andrea Belometti, che è stato il primo e forse l’unico amico ad avere ospitato per cena così tanti campioni, riunendo generazioni delle epoche d’oro della Regolarità e dell’Enduro dagli anni ’70 fino al 2000. Devo dire che anche per me è stata una grande emozione incontrare tutti i miti che mi hanno fatto sognare ed appassionare al fuoristrada e anche un grande piacere rivedere i piloti con cui mi sono confrontato durante la mia carriera sportiva. |

 

20 Risposte

  1. Fulvio
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    Gio Sala sei un signore oltre che un superpilota ! Da quando frequento il trofeo enduro ( prima facevo sempre teofeo ktm ma motard )torno a casa sempre felice e contento !!!! Bravi tutti !

    • Gianluca
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      Un grande

    • Gio Sala
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      Le tue parole mi lusingano, grazie mille e alla prossima allora!!

  2. Brussich Aurelio
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    Gara superlativa con panorami mozzafiato e percorso da sogno per tante notti andare in posti così senza il patema della forestale e una goduria unica Grazie per quello che fanno tanti appassionati per permettere a noi di divertirci

    • Gio Sala
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      Non posso che condividere le tue parole, zone incantevoli diventate cosa rara oramai!!!

  3. medici c
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    gio sei stato un grande come pilota e sei una gran persona complimenti

    • Gio Sala
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      Non può che farmi piacere la cosa, grazie mille!!!

  4. Fabio Gnagnetti
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    proposta:tutti i piloti che devono staccare la licenza dovrebbero dimostrare di avere partecipato almeno una volta all’organizzazione di una gara .
    se mi posso permettere un consiglio agli organizzatori del trofeo non conosco i motivi per cui sono stati riuniti i tre brand in un unica gara ma vi assicuro che per i territori è una scelta devastante oltre che difficoltoso gestire un così alto numero di piloti forse sarebbe il caso tornare un po alle origini con affetto e stima un saluto.

    • Gio Sala
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      In pratica sono state le dirigenze a prendere questa decisione, forse per creare una grande famiglia…..oppure per limare i costi?
      Riguardo i percorsi abbiamo ovviamente fatto le dovute valutazioni, considerando che nell’arco del campionato abbiamo circa 350/380 partecipanti, che però fanno due giri, quindi diciamo che passano su un sentiero 750/760 “ruotate”, mentre in una gara dove ci sono 250/280 partecipanti, che normalmente fanno tre giri, solcheranno il sentiero 750/840 “ruotate”, inoltre, e nessuno me ne voglia dei partecipanti al Trofeo, il livello dei più è abbastanza tranquillo, gente che vuol guidare in fuoristrada con la giusta filosofia, cosa che invece in un campionato titolato i piloti vanno per il risultato e quindi smanettano in modo più deciso, quindi vedi che la scelta non è così fuori dalla logica.
      Riguardo la gestione invece puoi aver ragione, ma proprio perchè è un campionato “divertente” in caso di necessità tagli e modifiche non creano un gran malcontento, anche se devo dire che noi ce la mettiamo tutta per gestire al meglio il lavoro preparato dagli organizzatori. A presto!

  5. Roberto Corsini
    | Rispondi

    Giovanni, condivido a pieno quello che scrivi, sono il presidente di un MC organizzatore e conosco le difficoltà ,il tempo è la conoscienza che serve per organizzare una gara di enduro a qualsiasi livello.
    Sono convinto che la federaziine dovesse avere molta più considerazione dei MC organizzatori garantendo loro assistenza legale e redditività, le gare di enduro sono compicatissime da organizzare e le quote di iscrizione sono le più basse e inrrisorie di tutte le discipline di motosport, per organizzare una gara occorrono tra commissari di percorso, protezione civile, personale sanitario, gestione paddock, operazioni preliminari e segreteria circa 70/90 persone.
    L’ultimo trofeo Husqvarna Gas Gas che abbiamo organizzato al MC sono rimasti 3000€ , non sufficienti nemmeno a pagare una cena a tutto il personale presente. Tutto questo credimi che è molto umiliante per un MC, inoltre spesso come scrivi Tu siamo esposti a critiche assurde, e più basso e il livello dei partecipanti e più sono le critiche.
    Concludo, la Federazione deve mettere i MC al primo posto, perché senza MC non ci potranno essere gare, nuovi piloti, e Lenduro andrà a morire.
    Un saluto Roberto Corsini.

    • Gio Sala
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      Roberto ti capisco perfettamente, e chi ai vertici dovrebbe considerare che negli ultimi tempi il volontariato con la voglia di lavorare e mettersi in gioco è sempre meno, e i “soliti” dopo anni e anni non possono sempre avere lo stesso entusiasmo in un lavoro importante dove oltre a non valere la pena economicamente, si hanno poche soddisfazioni da parte di tanti piloti che pensano gli sia dovuto, dagli enti che arrivano sempre a reclamare qualcosa nel dopo gara, e spesso anche gli esercenti che nonostante la gara permetta di riempire ristoranti, bar e alloggi, raramente spezzano una lancia a favore dell’enduro, incassano e buona notte!
      Attenzione, non faccio di tutta l’erba un fascio, ma in molti casi è così! A presto.

  6. Ivano
    | Rispondi

    Condivido tutto quello che hai scritto aggiungo che le critiche più assurde arrivano da chi non si e mai speso per Mc di appartenenza , probabilmente crede di essere un pilotone , poter dire e scrivere quello che si vuole. Se fosse per me è ora di punire anche questi attegiamenti , ad esempio il mc organizzarore dare la possibilità di precludere l’iscrizione all’anno successivo punire uno per educarne altri cento

    • Gio Sala
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      I modi drastici sono sempre un’arma a doppio taglio, e poi ora con i social spesso le critiche arrivano quando siamo tutti a casa e senza metterci la faccia, ci si attacca alla tastiera e giù a più non posso.
      A parte la lunga carriera di pilota ho fatto 16 anni di ispettore di percorso al Mondiale, e pure li critiche e lamentele a go go, così ho imparato che con le due orecchie una ascolto e latra lascio andare.
      Una bela idea sarebbe che i moto club a cui appartengono spiegassero alcune regole basilari, poi certo, alcune critiche sono costruttive e ne faccio tesoro, ma alcune veramente ………. ciao!!

  7. Antonio
    | Rispondi

    Penso che certe persone aprono la bocca senza aprire il cervello criticare è più facile che capire quello che fanno i sempre meno organizzatori . per cui grazie a tutti quelli rimasti x il loro impegno.

  8. Gio Sala
    | Rispondi

    Ciao Roberto, ti capisco perfettamente, io nel mio piccolo di organizzatore con gli amici organizziamo una gara per beneficenza dedicata a Suor Isolina, quindi a parte lo scopo benefico, è una sorte di festa dove ci ritroviamo tra appassionati e “si misurano” nel corso della gara, oh, cìè chi si lamenta perchè è troppo bagnata, che ritengo la polvere sia uno dei maggiori pericoli quando si fa la finale stile motocross, è l’enduro è fstto anche di fango (due dita eh non mezzo metro).
    In effetti si c vuole più aiuto e tutela per i mot club organizzatori, anche perchè il volontariato/passione da parte delle nuove generazioni è sempre meno, e chi da anni si mette in gioco e viene criticato, ad un certo punto vien voglia di “dargliela su”…….. ahi la passione che brutta bestia, ti fa fare….anche se non vale la pena!!
    A presto e ciao.

  9. Fabio Zani
    | Rispondi

    Questo è il mondo dell enduro di oggi con mille difficoltà e pochi meriti,chi non prova ad organizzare non può capire e sicuramente di nuove leve che vogliono fare non c’è ne la burocrazia dei permessi vari è sempre di più e i meriti sempre meno poi ci manca promozione e visibilità sebbene come sport siamo molto forti a livello internazionale.
    Viva l’Enduro

    • Gio Sala
      | Rispondi

      Forse da una parte la poca visibilità, e quindi interessi poco appetibili rendono l’enduro ancora uno sport sano, ok resta di nicchia ma che belli sono i tifosi dell’enduro, io personalmente ho ricevuto applausi da persone di ogni provincia dell’Italia e da tantissimi appassionati da tutto il mondo (….persino dai Francesi alla 6 Giorni nel loro paese) il pubblico credo sappia bene che è uno sport a misura d’uomo.
      Per burocrazia e difficoltà purtroppo è uno sport che spesso si scontra con il discorso ecologico e li ahimè, ci troviamo il bastone tra le ruote in ogni azione.
      Pe rle giovani leve, come dicevo in un commento sopra, son sempre più rare e quindi son sempre i soliti a tirare il carro!! Ma teniamo duro va!

  10. Enrico
    | Rispondi

    Super Giò!!! Come sempre dentro e fuori dalla fettuccia!!!

    • Gio Sala
      | Rispondi

      Ma comunque sempre tra polvere e fango…….Ciao.

  11. Donato
    | Rispondi

    Ciao Giò. In questo momento stiamo “fettucciando” per il Regionale Enduro che partirà domenica dal Galaello a Gazzane di Preseglie. 4 P.S. a giro sono una miriade di paletti e fettucce, mano d’opera gratuita che si fa fatica a trovare, tanto tempo e lavoro. Se tutto va bene “hai fatto quello che dovevi”, se qualcosa va storto “sei un incapace”. Senza contare i risvolti legali legati alla responsabilità del Motoclub organizzatore, e di cui essendo presidente sono il diretto responsabile. Facile “accanirsi” da un PC seduti su una poltrona.
    Comunque andiamo avanti mossi dalla pura passione, tipico degli “sport dei poveri”. Hai fatto bene a ricordare la bella serata a cena da Andrea, siamo stati benissimo tutti insieme ricordando i “bei tempi” passati. Un abbraccio.
    Donato

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