La Parola di Giò su Endurista Magazine 82

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Ragazzi in Sicilia ho assistito all’enduro vero, una gara di quelle che si vedono sempre più raramente. Avendo lavorato intorno al mondiale per tanti anni come Ispettore di Percorso, di assistere alle competizioni mi sono davvero tolto la voglia. Devo ammettere, infatti, che l’enduro mi piace ancora più praticarlo che guardarlo, quindi ecco spiegato perché è sempre più raro vedermi alle competizioni.

Questa volta però, su invito di Pietro La Rosa, Presidente del motoclub Nicolosi,  ho inforcato il furgone accompagnato  dall’amico Gigi Bianchetti, raggiungendo le pendici dell’Etna. Tutto questo per collaborare in occasione della prima di Regionale Siciliano. Premetto che la Sicilia per me ha da sempre un fascino particolare ed è un luogo che visito sempre volentieri.

Ho diversi amici in Sicilia e trovo i suoi abitanti speciali con ospitalità e gentilezza innate. Inoltre l’isola, grazie alla sua latitudine offre prevalentemente un clima temperato ed è ricca di percorsi di ogni tipo e panorami che pochi altri luoghi sanno offrire.

Per non parlare poi della cucina…

La passione per l’enduro in questa terra è profonda, quasi mistica. Camminando per il paddock si capisce quanto i siciliani amino l’enduro. Sono stato accolto con grande entusiasmo, foto e autografi di rito tra un caffè, una pasta di mandorle, cannoli siciliani e molto altro. Ne sono nate interessanti chiacchierate riguardo il passato, presente e futuro dell’enduro. Il paddock è stato caloroso e coreografico, passando da team molto organizzati e concentrati per ottenere il risultato, a quelli goliardici con l’unico scopo di ritrovarsi e divertirsi.

Parlando della gara, già il venerdì nel fare l’ispezione con gli organizzatori mi sono reso conto che la gara era di livello, fatto dovuto non tanto agli organizzatori che hanno “spinto sul gas” per cercare percorsi difficili, ma per la morfologia del territorio vulcanico. Apro una parentesi riguardo questo infimo terreno, che trovo unico al mondo. Avendo guidato su parecchi terreni di tutto il globo, inclusi quelli vulcanici, quello Siciliano resta il più impegnativo. In Islanda ad esempio il terreno vulcanico è di fini lapilli e quindi una sorta di sabbia nera.

In Guatemala invece, le rocce vulcaniche sono più compatte, pesanti e consistenti, un po’ come quelle in Equador, dove gli pneumatici hanno un buon grip. Invece guidare sul terreno dell’Isola Reunion è sì difficile perché sdrucciolevole e sembra ghiaia fine, ma le Speciali vengono disegnate più scorrevoli e quindi non presentano grandi difficoltà. Insomma, personalmente un terreno vulcanico difficile come quello dell’Etna non ne ho mai trovato.

Ricordo quando corsi l’Italiano a Linguaglossa (cittadina appoggiata sulle pendici dell’Etna) dove già il mercoledì nel corso della ricognizione delle Speciali, nonostante fossi abituato alle pietre della Bergamasca notai che le pietre e i sassi vulcanici erano insidiosi persino a piedi. Poi il giovedì durante i test in moto, mi trovai veramente in difficoltà perché la consistenza delle pietre laviche, leggere e scivolose non davano grip agli pneumatici.

Non vi dico poi nel week end in gara, quanta fatica e tensione per portare al limite la moto in Prova Speciale e staccare il tempo. Infatti un giovane Johnny Aubert, mi fregò all’ultima Speciale negandomi l’Assoluta. Così i partecipanti si sono dovuti misurare su questo ostico terreno. I quattro giri previsti di gara sono stati ridotti a tre per motivi di sicurezza. Nonostante infatti i tempi non fossero stretti, il percorso ostico cuoceva i piloti a fuoco lento e le due Prove Speciali li mettevano letteralmente a “bollire”.

Purtroppo tanti i ritiri (vuoi per il terreno impegnativo o per la scarsa preparazione) ma comunque tutti entusiasti. Vivi complimenti a chi ha fatto una buona gara perché un buon risultato in condizioni del genere, resta memorabile nei tempi. Insieme al numeroso pubblico presente, ho assistito ad uno spettacolo di vero enduro, constatando per l’ennesima volta che l’enduro siciliano mi ha entusiasmato!

Come  sempre il successo arriva quando oltre ad un solido moto club ci sono autorità disponibili nella messa in scena della manifestazione. Nicolosi è un centro turistico con numerosissime strutture ricettive (io ero alloggiato al confortevole B&B Etna Casa del Sole dell’amico Pietro, nota guida di Etna Touring) che lavorano tutto l’anno accogliendo migliaia di persone da tutto il mondo per visitare il vulcano.

Per svolgere una gara di enduro in un’area, diciamo piuttosto delicata, è stato fondamentale l’appoggio del sindaco Angelo Pulvirenti e di tutta la giunta che hanno individuato le migliori soluzioni dialogando con i vari enti a dimostrazione che la compatibilità tra gara e turisti, supportati dalle Forze dell’Ordine e dai volontari della Protezione Civile è possibile. Termino la mia rubrica facendo i complimenti a tutti quelli che sottraggono tempo e energie al proprio lavoro e famiglia, per lo sport dell’enduro e per far divertire gli altri. 

Una Risposta

  1. Leo Rossi
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    Belle parole Grande Gio’ .Essere supportato Tecnicamente da Te e un Grande Onore..cosa che dovrebbe avvenire in tutte le gare giù in sicilia…Io dico che fare enduro sia come amare due persone ,la moto e l enduro in se stesso,cosa che abbiamo un po’ tutti gli enduristi,credo .Grazie alla tua passione,ho un incoraggiamento …e…penso che lo farò fino alla morte..Grazie Gio’ Sala

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